Per lavoro e per interesse personale mi ritrovo spesso a dover leggere articoli che trattano il tema del futuro del lavoro, interessa la maggior parte delle persone ed è importante poiché chi se ne occupa si chiede in quale direzione il mondo si sta muovendo e cerca di prevedere le sfide che dovremo affrontare non solo come esseri umani ma come individui che si inseriscono in un mercato del lavoro complesso e in continuo mutamento.
Mi sono imbattuta in un intervento interessante di Sertac Yeltekin* (per chi volesse guardarlo per intero clicca qui ), che in modo semplice ed efficace è riuscito a dare pochi ma preziosi consigli che voglio condividere con voi.
Il dato con cui apre l’intervento è sconcertante, ovvero che il 47% dei lavori che ci sono oggi tra 10 anni non ci saranno. Significa che in un futuro non molto lontano una buona fetta di competenze tecniche non serviranno più, e per quanto la disoccupazione sia fondamentale al capitalismo come l’olio al motore, non è accettabile per una percentuale così elevata rimanere con le mani in mano, bisogna reinventarsi! Cosa fare dunque come singolo soggetto? Come porsi di fronte a questo cambiamento così imponente?
Le tre questioni che solleva questo dato sono:
1. Come entrare a far parte dell’altro 53%?
È importante scegliere il settore che nei prossimi anni attirerà maggior interesse e lavoro. È importante imparare a guardarsi attorno, informarsi e cercare di capire cosa stia succedendo nel mondo, gli strumenti per accedere alle informazioni ci sono.
2. Come mi preparo?
Le competenze sono importanti ma c’è ne sono alcune che durano per tutta la vita, infatti invece di chiamarle soft skills preferisce chiamarle life skills. Si tratta di quelle competenze che nessuno ti insegna, anche se si dovrebbe, ad esempio il saper presentare e il saper non essere noioso, che non sono propriamente insegnate a scuola, ma nei lavori più disparati sono fondamentali.
Infatti sono proprio le cose che non ci insegnano a scuola che stanno diventando le più importanti, le istituzioni sono preoccupate a riversare una sempre più grande quantità di contenuti, ma è una pessima strategia sopratutto se poi nella vita adulta ricordi solo il 7% di ciò che ti hanno insegnato.
3. Come riuscire a rimanerci?
Aggiornandosi di continuo, ma soprattutto sviluppando la capacità di gestire il cambiamento. Quest’ultima insieme ad un mindset globale (capacità di guardare cosa accade nel mondo) e l’agilità nell’apprendimento vanno a costituire i piloni base sulla quale costruire la propria persona mettendosi in una posizione avvantaggiata rispetto a qualunque sorpresa riservi il futuro.
L’ultimo consiglio con cui voglio chiudere è l’invito di Sertac ad essere sempre curiosi rispetto al mondo e a ciò che accade oltre il vostro naso, informatevi leggete ed apprendete, un consiglio che sarebbe giusto scolpire nella mente, poiché apre le porte del pensiero e di conseguenza della vita.
Alla prossima!
Negli anni 80 a scuola mi dicevano “si stima che entro 10 anni il petrolio nel mondo sarà finito”.
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Si in effetti, poi 10 anni sono proprio pochi, io dire 20 30 anni, di certo qualcosa cambierà 🙂
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